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Oggi mamma news

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Un piccolo universo, dedicato alla famiglia, alle mamme e ai figli.


Monitoraggio "non stress-test" in gravidanza

Pubblicato da Mara Mencarelli su 8 Giugno 2012, 14:21pm

Tags: #Gravidanza

Il monitoraggio del battito cardiaco fetale è un metodo utile per rendersi conto dello stato di salute del bambino.

Utilizzando un monitor simile a quello che viene usato nelle sale per il travaglio, viene registrato l'andamento del battito cardiaco per circa venti minuti o anche di più.

Dal punto di vista tecnico si tratta di un esame basato sulla misurazione di due parametri: la frequenza cardiaca fetale, ossia il numero di pulsazioni del cuore del feto al minuto, e le contrazioni uterine.

Dalla lettura attenta del tracciato si può rilevare precocemente, un'eventuale ed iniziale sofferenza fetale.

Il monitoraggio "non-stress-test", si effettua alla trentottesima settimana e successivamente alla quarantesima.

Se il bambino tarda a nascere, si ripete il monitoraggio alla quarantunesima settimana e poi ogni due o tre giorni fino alla quarantaduesima settimana, dopo questo periodo, generalmente, si ricovera la gestante.

Lo strumento utilizzato per questo esame prende il nome di cardiotocografo, una apparecchio al quale sono collegati due rilevatori (o trasduttori) che vengono applicati all’addome della mamma, attraverso due fasce elastiche.

La prima fascia è collegata al rilevatore a ultrasuoni del battito cardiaco e va collocata nel punto dell’addome in cui si ha una percezione ottimale del battito cardiaco del feto; la seconda è collegata ad un misuratore meccanico che rileva le contrazioni uterine e viene posizionata in prossimità del fondo dell’utero.

La frequenza cardiaca del feto viene visualizzata su uno schermo contemporaneamente alla registrazione delle contrazioni uterine, i dati rilevati vengono tracciati su carta millimetrata, la striscia di carta esce direttamente dall’apparecchio e mostra in alto il tracciato relativo al battito e, più in basso, quello che riguarda l’attività contrattile dell’utero.

Durante il monitoraggio la mamma può ascoltare le pulsazioni del cuore del piccolo, grazie a un amplificatore interno all’apparecchio.

Grazie al monitoraggio è possibile controllare la variabilità del battito cardiaco del piccolo e verificare se le pulsazioni sono nella norma, possono essere evidenziate situazioni in cui la salute del piccolo è a rischio, in questo caso la frequenza cardiaca sarà irregolare e rallentata indicando "una sofferenza fetale in atto".

La normale frequenza delle pulsazioni oscilla in media tra 120 e 160 battiti/minuto ma può variare a seconda delle diverse esigenze dell’organismo del feto; le pulsazioni rimangono costanti quando il bambino sta dormendo in questo caso per valutare esattamente la frequenza delle pulsazioni l’esame potrà essere prolungato e durare anche 40-60 minuti, attendendo il risveglio del bimbo.

Monitoraggio "non stress-test"

Monitoraggio "non stress-test"

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