Grandi psicoanalisti quali S. Freud e C.G.Jung, hanno ampiamente trattato e discusso questa patologia nevrotica, identificandola in due modi differenti. Vista come una primordiale ed ancestrale conflittualità che si istaura tra Eros e morte "Thanatos" una sorta di rivisitare e rivivere situazioni dolorose nel tentativo di trarne una qualche forma di appagamento. Per Jung la coazione a ripetere è vista come una sorta di non adattamento alla società e agli stereotipi contingenti da essa proposti, una sorta di liberazione e rivendicazione dell'io.
In realtà nei bambini la coazione a ripetere è spesso fonte di esperienza, sperimentazione e superamento di stati d'animo che causano ansia o incertezza. ben chiarificatore l'esempio apportato da Freud che osservando il suo nipotino giocare con un rocchetto legato al filo lo lanciava per poi ricondurlo a se e riacquisirne il possesso. A questa azione Freud associò la paura del distacco dalla propria madre, e la consapevolezza del ritorno della stessa ad ogni suo allontanamento.
la consapevolezza e la conoscenza di una determinata situazione fa si che la stessa sia meno sgradita. In taluni casi dei forti traumi infantili vengono rivisitati e rivissuti con varie forme di manifestazioni e comportamenti atti a ripercorrere il dolore nel tentativo di abbatterne l'entità è il caso delle violenze subite, dei forti traumi prodotti da una guerra dell'abbandono o la perdita di un genitore.
Il bambino che subisce maltrattamenti sarà spesso egli stesso un soggetto che maltratterà il prossimo, facile vedere una bimba ricondurre il proprio status e la propria frustrazione nel gioco vissuto attraverso le bambole, spesso identificate con se stessa; per questo motivo il gioco attraverso fantocci o bambole è molto indicato anche per i maschietti, cosa non sempre condivisa dai genitori.