Tragedie che non hanno senso agli occhi di chi le legge, ma che per chi li vive un senso devono pur averlo: genitori che si suicidano per i figli, genitori che uccidono i figli, mamme e papà che compiono gesti estremi che per malattie mentali e depressione, chi invece, spinto da "amorevole compassione" nei confronti di un figlio malato o con grave handicap, ed infine figli che talvolta uccidono genitori e magri anche i fratellini. Non voglio fare nomi e rievocare disgrazie di tempi lontani o più recenti, ma citare la notizia che mi ha spinto a redigere questo post sentito con il cuore.
Ma solo in questi giorni quante ne girano in rete, sui giornali ed in TV?
- Diciassettenne uccide la madre ferisce il padre e tenta il suicidio
- Uomo uccide la moglie e ferisce la figlia
- A Roma alcuni mese fa una mamma uccide i suoi due figlioletti e si toglie la vita.
- A Lecco nel 2014 una madre uccide le sue tre figlie e tenta il suicidio.
E quante altre ancora?
Per quanto si cerchi di dare una spiegazione a tali epiloghi, non rimane che una sensazione di disarmante incapacità di comprendere.
L'ultimo e recente fatto, accaduto proprio questa mattina a Livorno, vede protagonisti due genitori che, spinti dalla disperazione di veder condannato il proprio figlio farmacista alla galera per smercio estero di prodotti farmaceutici per uso illegale e sostitutivo di droghe, decidono di gettarsi giù da un ponte e suicidarsi: lui, il padre, muore sul colpo, lei, la madre del ragazzo e moglie del suicida, presa dal panico non ha il coraggio di compiere il gesto estremo accuratamente programmato con il suo consorte e non si butta.
Unica spiegazione, un misero biglietto sul quale la coppia ha scritto "la magistratura cieca uccide".
Ora, è vero che la disperazione talvolta può far compiere gesti estremi, omicidi, suicidi e stragi familiari, altre volte la colpa è da attribuirsi a retaggi culturali e alla grande vergogna che alcune persone provano in queste situazioni e che comunque sia, non giustificano mai tali gesti: suicidi ed omicidi hanno comunque un risvolto sociale, psicologico e patologico.
Altre volte ancora la gelosia le incomprensioni, la paura, le malattie mentali gravi, rendono alcuni individui incapaci di intendere e volere, patologie psicotiche che creano i presupposti e danno vita ai casi di cronaca che si leggono su giornali sempre più spesso... troppo spesso! L'elenco è senza dubbio lunghissimo ma quando i delitti, i crimini o i suicidi si svolgono in ambito familiare, assumono una connotazione più forte, cruda, ingiustificabile.
Una società scossa in cui si perdono i limiti tra normale ed anormale, controllo, emozioni, empatia, ed in cui e persone sono sempre più sole e vittime consenzienti di un dilagante malcostume e malumore, persone che non trovano appoggi, spiragli di luce, che non riescono a gestire la vita e le emozioni, talvolta effimere, che si profilano all'orizzonte, talvolta latenti altre volte immediate e devastanti.
Non c'è confronto, ne conforto, il dialogo viene meno, la solitudine e l'isolamento sono spesso alla base di molte delle tragedie che si leggono sui giornali.
Quest'ultima notizia mi ha lasciato sconcertata, da mamma e da moglie, perché non si può morire per la vergogna di un figlio, ammesso che sia colpevole realmente, finché non ci sarà il processo e sentenza, eppure questi due genitori hanno emesso verso se stessi una sentenza orribile, quella di condannarsi reciprocamente a morte.
Forse è vero "la magistratura e lo stato" hanno una responsabilità, questo in tutti quei processi indiziari che condannano e svergognano le persone prima ancora di essere compiuti, quei processi che divengono casi di cronaca per anni vediamo in TV, in molti programmi che raggiungono audienc sbalorditivi, tanto che viene naturale chiedersi se non siano proprio costruiti a puntino come per quei programmi reality, tipo "la casa del grande fratello" o "l'isola dei famosi", quel che è certo è che dietro ad alcune storie tragiche vi sono colpevoli che si rivelano innocenti e persone che vivono dietro le sbarre in attesa di giudizio sentenze multiple e cassazione, mentre giri di miliardi si muovono grazie proprio a queste storie.
Ma audience o no, le tragedie vere o costruite vi saranno sempre e le famiglie sconvolte da queste disgrazie nel centro del mirino dei mass media.