Nell'attuale società, un numero crescente di donne partecipa oltre che alle mansioni domestiche ad un'attività lavorativa extra familiare, spesso necessaria per il sostentamento del nucleo familiare sia esso composto da due o più persone. le donne si sottopongono quindi ad un vero e proprio doppio lavoro che spesso pesa non poco sullo stato di salute e sulla dinamica di vita della donna, al di là se la scelta lavorativa provenga da gratificazioni puramente personali o onere sociale ciò comporto comunque un enorme sforzo sia fisico che mentale per la donna , causa spesso di eccessivo stress e sovraffaticamento che mal si sposano con lo stato gravidico.
Oltre alla fatica, spesso entrano in gioco anche fattori tossici o fisici quali l'utilizzo di sostanze particolari e il lavoro svolto in luoghi poco consoni ( coloranti, passaggio da luoghi troppo caldi a freddi come cucine e sale climatizzate, lavoro agricolo, veleni ed antiparassitari, luoghi in cui siano presenti infezioni e malattie ( studi medici ed ospedali) e così via. Anche il lavoro svolto per molte ore in piedi o al contrario piegati può essere deleterio in alcuni casi.
Per questi ed altri motivi, la legislazione tutela il diretto alla maternità della lavoratrice tramite la legge 1204 e successive abrogazioni, prevede l'astensione dal lavoro fino a due mesi prima della data presunta del parto su dichiarazione del ginecologo.
Bisogna dire che la legge di per se non difende la gravidanza nei primi mesi o durante la stessa, a fare ciò deve provvedere il ginecologo il quale di volta in volta a seconda delle condizioni sia fisiche che psichiche della donna deciderà e valuterà la necessità di sospendere l'attività lavorativa della gestante , in tal caso dovrà redigere un certificato medico che attesti la causa di non abilità al lavoro della sua paziente.